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IL CAVALIER GIOCONDO 81


SCENA IX.

Il Marchese di Sana e detti.

Marchese. Eccomi di ritorno.

Marianna.   Ben, che nuova mi date?
Marchese. Il ciel vi vuol contenta, il cuor rasserenate.
Temeste che il figliuolo negasse andar serrato;
Egli par contentissimo, si è presto accomodato.
Colla buona maniera fu il giovane convinto;
Si è sottomesso in pace, pare al ben fare accinto.
Superati con arte questi momenti primi,
Forse avverrà che meglio il suo dovere estimi;
E converrà ch’ei faccia, e converrà ch’ei brighi,
Un poco colle buone, un po’ con i castighi.
Marianna. Con i castighi poi...
Marchese.   Parliam d’altro, signora.
Siamo all’ora di notte, e non si mangia ancora? (forte)
Pedro. Anch’io così diceva.
Lisaura.   Siamo tutti affamati.
Gianfranco. Per bacco, i nostri stomachi ha il Cavalier provati.
Alessandro. Avrà la sua ragione per operar così:
Mangiasi in qualche luogo una sol volta al dì.
Non alla patria mia, non a Milan certissimo,
Ove si pranza bene, e si cena benissimo.

SCENA X.

Madama di Bignè, il Conte e detti.

Madama. Bravo, don Alessandro, a favorir non viene;

Per poco si licenzia, non torna, e si trattiene.
Dove imparata avete una sì bella usanza?
Alessandro. Compatite, Madama...
Madama.   Non avete creanza.
Lisaura. (Come soffrite mai un favellar sì altero?)
(piano a don Alessandro)