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404 | ATTO SOLO |
Conte. È il cuore acceso, che mi tramanda alle labbra...
Eugenia. Conte, basta così.
Conte. (Che dura pena è il moderare i trasporti!) (da sè)
Eugenia. (Non vo’ precipitar le risoluzioni). (da sè)
SCENA VI.
Cecchino e detti, poi il Cavaliere degli Alberi.
Cecchino. (Questa è un’imbasciata, che non piacerà al signor Conte). (da sè) Signora, è qui il signor Cavaliere per riverirla.
Eugenia. Venga pure. Una sedia. (Cecchino va a prendere la sedia)
Conte. Signora, vi levo l’incomodo. (s’alza)
Eugenia. No, Conte, non fate che la vostra apprensione si manifesti.
Conte. Il mio rispetto...
Eugenia. Sedete.
Conte. (Sono in cimento). (sedendo con agitazione)
Cecchino. (L’ho detto io. Due galli in un pollaio non istan bene). (parte)
Eugenia. (Spiacemi vederli uniti, ma sarebbe peggio s’ei si partisse), (da sè)
Cavaliere. M’inchino a questa dama. (le bacia la mano)
Conte. ( Vedendole baciar la mano, freme alquanto.)
Eugenia. Serva, Cavalierino. Sedete.
Cavaliere. Conte, vi riverisco.
Conte. Servitore. (al Cavaliere) Con licenza del Cavaliere. (ad Eugenia, accostandosi all’orecchio) (Signora, io non ho ardito di baciarvi la mano). (piano)
Eugenia. (Chi vi ha impedito di farlo?) (piano al Conte)
Conte. (Pazienza; merito peggio). (da sè)
Eugenia. Compatite. (al Cavaliere)
Cavaliere. Servitevi, se avete degli interessi. (allegro)
Eugenia. Niente, niente, era un non so che; si era scordato di dirmi una cosa. (al Cavaliere)