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LA VILLEGGIATURA 55


parole, necessaria è la costanza per uno de’ due motivi, o per affetto, o per gratitudine. Chi per affetto è costante, prova dolci le sue catene; chi è astretto ad esserlo dalla gratitudine, non può sottrarsi senza un delitto. Chi crede poterlo fare, mi ha da trovare una legge che autorizzi l’essere ingrato per proprio comodo, che distrugga le convenienze tutte della vita civile, e riduca la società all’interesse unico della propria soddisfazione, rendendo l’uomo ben nato alla vilissima condizione di chi non conosce i vincoli dell’onore.

Lavinia. Ah, don Mauro, voi avete studiato le vere massime dell’onest’uomo. Mi glorio sempre più di quel cielo sotto di cui son nata, se altrove pensasi diversamente.

Paoluccio. Credete voi che il ragionamento di don Mauro non ammetta risposta?

Florida. Benchè io non sia stata ne a Parigi, nè a Londra, vorrei, donna qual sono, abbattere i di lui sofismi.

Lavinia. Non è cosa maravigliosa, che fra di noi si trovi chi non pensa nella maniera comune.

Paoluccio. Anche a Parigi si suol dir per proverbio: tante teste, e tante opinioni. Ma la più universale è questa: abbiamo tanti mali congiunti alla nostra misera umanità; perchè vogliamo noi procacciarci di peggio, con una serie d’incomodi dalla nostra immaginazione prodotti?

Mauro. L’esentarsene è cosa facile. Niente obbliga in questo mondo ad incontrare un impegno che costi pena. La costanza può trionfare egualmente nella libertà degli affetti. Mi spiegherò con un paragone: chi obbliga l’uomo a contrarre un debito con un altr’uomo, facendosi, per esempio, prestar danaro od altra cosa di che abbisogni? Ma contratto che ha il debito, qual legge lo disimpegna dalla dovuta restituzione? Chi obbliga un cavaliere alla rispettosa servitù di una dama, impegnandola a distinguere lui dagli altri? Ma ottenuta la distinzione con il reciproco impegno, qual legge d’onestà lo può esimere dalla costanza?

Paoluccio. Il paragone è fuor di proposito. Poichè chi contrae