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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1912, XIV.djvu/303

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IL CAVALIER DI SPIRITO 295
Gandolfo. Mi rallegro con lei; è segno che ancor vive.

Florida. Sentiam che cosa dice.
Gandolfo.   Me n’anderò.
Florida.   Restate.
Ho piacer de’ suoi detti che testimon voi siate.
Sposa mia dilettissima.
Gandolfo.   Mi piace il complimento.
Florida. Disfatto è l’inimico.
Gandolfo.   Oh davver ne ho contento.
Florida. Dopo una lunga pugna, sia detto a nostra gloria.
Con perdita di pochi avemmo la vittoria
.
Gandolfo. Bravo. Verrà fra poco a consolar la sposa.
Florida. Venga. Sarò contenta. Mi troverà amorosa.
D’un mio sinistro evento vuò rendervi avvisata:
La faccia dello sposo vedrete difformata.
Un colpo di moschetto in mezzo una foresta
Mi ha tratto per destino un occhio dalla testa
.
Gandolfo. Oh povero signore!
Florida.   Don Flavio sventurato!
Ho per metade il volto reciso e lacerato.
Più non conoscerete in me l’effigie istessa,
Che vi ha nel cuor pietoso la bella fiamma impressa.
Perchè l’aspetto mio non giungavi improvviso,
Vi anticipo, mia cara, il doloroso avviso.
Non merto l’amor vostro, se il volto mio si vede;
Ma spero non vorrete per ciò mancar di fede.
Che se dalle ferite ho il mio sembiante oppresso,
Il cuor di chi vi adora sarà sempre lo stesso
.
Misera me!
Gandolfo.   Che dite dei frutti della guerra?
Florida. Ah, questa nuova infausta mi lacera, mi atterra.
Gandolfo. Oh povera padrona! certo lo sposo vostro,
Per quello che si sente, è divenuto un mostro.
Florida. Lo soffrirò da presso? Avrò cuor di mirarlo?
Stelle! benchè difforme, potrei abbandonarlo?