Vai al contenuto

Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1912, XIV.djvu/353

Da Wikisource.

345

e dell’eccelso lignaggio dell’Amabilissimo Vostro Sposo, sono tali e tanti i pregi della vostra Persona, che basterebbono questi soli a farvi grande, quando anche tale non foste nata. La Natura istessa Vi ha reso giustizia coll’avvenenza del volto e colla chiarezza dell’intelletto, e Voi contribuiste sì bene ai doni della fortuna, che se di più vi restasse a desiderare, di più ancora meritereste. Quale obbligazione non vi hanno le Lettere e le Muse del nostro Secolo, se Voi nel più bel fiore degli anni a così alto segno le rendete cogli esercizi vostri onorate? Ah, se in Voi la modestia non fosse l’arbitra delle vostre Virtù, quante vezzose rime non uscirebbero dalla vostra penna, a onor di Roma, a gloria d’Italia, ed a conforto del vostro sesso, che dalla maggior parte degli uomini non si vorrebbe ai migliori studj impiegato? Ma Voi, che oltre le scienze felicemente acquistate, avete il dono della buona Filosofia, volete compiacer Voi medesima coi migliori studj, senza rendere altrui nè mortificazione, nè invidia. Chi sa discernere nella Vostra moderazione le vostre esimie Virtù, tanto maggiormente vi loda, e vi ammira, e vi rispetta, e vi ama, ed io nei pochi giorni che trovomi in mezzo alle magnificenze Romane ho tanto inteso parlar di Voi, che preferisco a ogni altro diletto l’onore che mi fu concesso, di conoscere una Principessa adorabile, e di acquistarmi una Protettrice magnanima e virtuosa. Sia frutto adunque della Vostra umanissima protezione, l’accogliere sotto dei Vostri auspicj questo miserabile parlo del mio scarso talento, e quando non venissero tollerati in Roma quei difetti che altrove furono alla Commedia mia perdonati, fatela rispettare coll’autorevole Vostro Nome, e siano risparmiati gli insulti ad uno che per liberalissima grazia Vostra ha il grande onore di essere

Di Vostra Eccellenza

Umiliss. Devotiss. Ossequioss. Servidore
Carlo Goldoni.