Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1912, XIV.djvu/40

Da Wikisource.
34 ATTO SECONDO
Pettizz. Non abbada a nessuno. Che faccia da Catone!

Ecco qui monsieur taus. Un altro medaglione.
Taus. (Entra senza parlare, va alla libreria; si prende un libro, poi si pone a sedere, salutandosi con monsieur Lass senza parlare.)
Pettizz. Oh, non s’han le parole da consumar invano.
Questi?.. Sì, è monsieur Mann. Par Seneca romano.
Mann. (Viene anch’esso bel bello; si pone a sedere vicino a monsieur Lass; si salutano al solito. Poi tira fuori la scatola col tabacco. Ne dà una presa a monsieur Lass, e ne prende per sè. Poi tira fuori di tasca un foglio, si pone gli occhiali al naso, e legge piano.)
Pettizz. Che sia qualche ricetta? è medico egli pure,
Ma un medico soffistico, pien di caricature.
Oh, viene monsieur Paff; questi mi dà più noia,
Pare un greco avanzato dall’incendio di Troia.
Paff. (Entra, e va a sedere al tavolino, e si pone a scrivere senza salutar nessuno.)
Pettizz. Oh le belle figure! son elleno, m’impegno,
Quattro statue eccellenti per l’arte del disegno.
Vuole il tè? (a monsieur Lass, quale gli fa cenno di no)
  Signor no. (da se)
  Vuole il tè?
(a monsieur Crem1, che gli accenna che taccia)
  No, non parlo.
Vogliono il tè, signori?
(monsieur Mann, monsieur Taus accennano di sì)
  Zitto; vado a pigliarlo.
Un pover’uom, che fosse mutolo di natura,
Fra questi si vedrebbe a far la sua figura. (parte)
(restano i suddetti nella loro situazione per qualche tempo)

SCENA III.

Monsieur Guden e detti.

Guden. (Madama è ritirata. A restar solo io peno.

Qui son dei galantuomini; potrò parlare almeno). (da sè)

  1. Distrazione goldoniana. Questo personaggio non si sa chi sia.