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L'APATISTA 241
Conte. Lasciate qui, non preme;

Non va male il ragù con il bollito insieme.
(Mette il ragù nel suo tondo, e ì servitori, levando i piatti, pongono quelli della seconda portata.)
Cavaliere. Conte, che state male diceste voi per gioco.
Conte. Parmi che l’appetito mi torni a poco a poco.
Cavaliere. Ma bevete.
(La Contessa e don Paolino badano a parlar piano fra loro.)
Conte.   Da bevere. (domandandolo ai servi)
  Ecco l’arrosto. Oh bello!
Pare proprio dipinto quel pezzo di vitello.
Un bodino, un bodino, ci ho gusto in verità,
Quel bodino all’inglese mettetemelo qua.
L’insalata potete porla dall’altra parte.
Oh, di quei pasticcini ne voglio la mia parte.
(Gli portano una sottocoppa con una caraffina di vino, ed una di acqua.)
Portate via quest’acqua, non la posso vedere:
L’acqua si dà da noi agli asini da bere.
Orsù, lo so che i brindisi or si accostuman poco.
Ma voglio far un brindisi: signori, e viva il cuoco.
Cavaliere. Bravo, bravo davvero, questa è sincerità,
Applaudire di cuore quel che piacer ci fa.
Che dite voi, Contessa? Capperi, siete molto
Nel discorso impegnata, ed infiammata il volto!
Contessa. Di che mai sospettate?
Cavaliere.   Troppo ho per voi rispetto,
Della vostra condotta per concepir sospetto.
La medesima stima ho per don Paolino;
Che volete ch’io tema?
Conte.   Chi mi dà del bodino?
Cavaliere, Servitevi, signore. (al Conte)
Conte.   Dunque farò da me.
(si prende del bodino)