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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1912, XV.djvu/251

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L'APATISTA 243
Paolino.   Per voi morire io bramo.

Cavaliere. Ed io senza morire vuò rimediarvi; andiamo.
(Tutti tre partono, e resta il Conte, il quale seguita a mangiare senza scomporsi.)
Fabrizio. Cosa fa il signor Conte?
Conte.   Io seguo il mio lavoro.
Fabrizio. Non sente il bell’imbroglio?
Conte.   Bene, ci pensin loro.
Fabrizio. Non vede quale abbiamo pericolo vicino?
Conte. Vorrei pur, se potessi, finir questo bodino.
Fabrizio. Noi lo lasciam qui solo.
Conte.   Ebbene, andate pure.
Fabrizio. Son le stanze terrene pochissimo sicure.
Se qui il signor Giacinto entra colla sua gente,
E trova il signor Conte, l’ammazza immantinente.
(parte)
Conte. Povero me! se viene... Presto andiamone, presto;
Ma di questo bodino voglio godermi il resto.
(si alza, prende il bodino, e parte)

Fine dell’Atto Terzo.