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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1912, XV.djvu/257

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L'APATISTA 249
Paolino. Che risponde la dama?

Contessa.   Non ne sarei scontenta.
Paolino. Cavalier, vi saluto. (in atto di partire)
Cavaliere.   Dove così repente?
Paolino. A una simile scena non voglio esser presente.
Voi di scherzar prendeste con un rival l’impegno.
Io di un rivale a fronte non tratterrei lo sdegno.
Esservi di periglio potria l’aspetto mio;
Sento accendermi il cuore: megli’è ch’io parta; addio.
(parte)

SCENA III.

Il Cavaliere, la Contessa ed il Conte che dorme.

Cavaliere. Che vuol dir questo sdegno? (alla Contessa)

Contessa.   Interpretarlo io voglio
Per un segno d’amore.
Conte.   È terminato il foglio?
(svegliandosi)
Cavaliere. Si è letto e si è riletto.
Conte.   Non portano il caffè?
Cavaliere. E il caffè si è bevuto.
Conte.   Come, senza di me?
(alzandosi)
Contessa. Vi han lasciato dormire.
Conte.   Che graziosa risposta!
Con vostra buona grazia, me lo faranno apposta.
Cavaliere. Servitevi.
Contessa.   Signore, or or si aspetta qua... (al Conte)
Conte. Vo a bevere il caffè, e poi si parlerà.
(in atto di partire)
Contessa. Ma il signor Giacinto vien cogli armati suoi.
Conte. Quando l’avrò bevuto, ragioneremo poi. (parte)