Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1913, XVII.djvu/191

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Bonfil. L’hai trovato?

Falloppa. L’ho trovato.

Bonfil. Verrà da me?

Falloppa. Verrà da voi.

Bonfil. Quando?

Falloppa. Quando verrà, voi lo vederete.

Bonfil. Tu vai cercando, ch’io ti rompa il capo. (con forza)

Falloppa. Eh! non sarebbe cattiva mancia.

Bonfil. Ha detto che verrà qui?

Falloppa. Non solo ha detto che verrà qui; ma si è incamminato per venir qui. Ed io per venire avanti di lui, mi sono quasi rotto l’osso del collo.

Bonfil. Ho piacere...

Falloppa. Di che? (con collera)

Bonfil. Ho piacere che Milord venga qui. Quando viene, avvisami.

Falloppa. Sì signore.

Bonfil. Sarò nel mio gabinetto. (in atto di partire)

Falloppa. Eh signore; per tanto correre ho rotto le scarpe.

Bonfil. Chiamami quando viene Milord Artur. (parte)

Falloppa. Mi dicevano quando io ero a Roma: Falloppa, se tu vai in Inghilterra, ritorni carico d’oro. So venuto colle scarpe rotte, e spero che anderò via con i piedi per terra. (parte)

SCENA VI.1

Falloppa e dette.

Falloppa. Chi è di qua?

Jevre. Si è veduto Milord?

Falloppa. Milord non è ancora venuto.

Jevre. Quando viene, avvisate subito la padrona, e fatelo con buona grazia, senza dar nell’occhio.

Falloppa. Quando viene Milordo, ho da avvisar la padrona?

  1. Vedasi a pag. 137.