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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1913, XVII.djvu/32

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24 ATTO PRIMO

Tognino. Ha mostrato d’aver piacere.

Eugenia. Aveva compagnia la signora Clorinda?

Tognino. Oh, da lei non ci vien mai nessuno. Ella è di natural melanconico. Suo marito è anche qualche poco geloso; è andato a Genova per affari, l’ha raccomandata al fratello, ed ella non tratta con nessun altro.

Eugenia. Le fa buona compagnia il signor Fulgenzio?

Tognino. Quand’è in casa, procura di divertirla.

Eugenia. La diverte bene? (con un poco di sdegno)

Tognino. (Se parlo, non vorrei far male). La diverte, m’intendo così, mangiano insieme.

Eugenia. Ridono a tavola? (placidamente)

Tognino. Qualche volta.

Eugenia. È grazioso veramente il vostro padrone. Mi ha detto, che gioca qualche volta con sua cognata: è egli vero?

Tognino. Sì signora, giocano qualche volta.

Eugenia. E vanno a spasso la sera.

Tognino. Io non lo so veramente.

Eugenia. Perchè me lo volete negare? Persone mi hanno detto per certo, che li hanno veduti a spasso anche ieri sera.

Tognino. Può essere.

Eugenia. Mi fareste venir la rabbia. Può essere? dite che è di sicuro.

Tognino. Lo sa di certo?

Eugenia. Fate conto ch’io l’abbia veduto.

Tognino. Bene; quando lo sa, perchè me lo domanda?

Eugenia. (Come ci casca bene il baggiano). E a che ora sono tornati a casa?

Tognino. A tre ore in circa.

Eugenia. Hanno cenato subito?

Tognino. Subito.

Eugenia. E poi avranno giocato una partitina.

Tognino. Hanno giocato una partitina.

Eugenia. (Venga da me, che sta fresco).