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418 ATTO SECONDO

Egidio. Non fate ch’io pratichi la violenza. (a Florida)

Florida. Ah no, signore; sono pronta a obbedirvi.

Egidio. Amico, il cielo vi benedica. (abbraccia Faustino, e parte)

Florida. Ah don Faustino!

Faustino. Ah donna Florida!

Florida. Il cuore mi dice, che non ci rivedremo mai più.

Faustino. Sperate, o cara...

Florida. Vengo, signore, vengo. (verso la scena) Addio. (a Faustino, e parte)

SCENA IV.

Don Faustino, poi donna Aspasia.

Faustino. Come mai si può vivere fra tanti affanni? Oh cieli, come potrò io salir quelle mura, se mi palpita il cuore, se il piè vacilla, se mi trema la mano?

Aspasia. Signor alfiere, appunto di voi cercava.

Faustino. Deh lasciatemi in pace.

Aspasia. Voleva dirvi, che quel che lasciaste in mano di donna Florida, fu da me custodito.

Faustino. Non m’inquietate per carità.

Aspasia. Non volete la scatola, l’orologio, gli anelli?

Faustino. (Ora conosco qual sia la forza d’amore).

Aspasia. Non li volete?

Faustino. (No; non è possibile ch’io resista).

Aspasia. No? avete detto di no? Se non li volete, li terrò io. Ma ripigliate almeno il vostro danaro.

Faustino. (Sì, il mio dovere mi sprona).

Aspasia. Sì? Eccolo. (gli vuol dare la borsa)

Faustino. Ma lasciatemi, non mi stancate, non mi fate uscir di me stesso. (ad Aspasia)

Aspasia. Se non volete, lasciate stare; ma che dirà donna Florida?

Faustino. Ah! dov’è donna Florida?

Aspasia. Dov’è donna Florida?

Faustino. Non è partita col padre?