Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1914, XIX.djvu/178

Da Wikisource.
168 ATTO TERZO


SCENA ULTIMA.

Ferdinando e detti.

Ferdinando. Eccomi, eccomi. Che novità son queste? Andate via? Ci lasciate?

Vittoria. E terminata la scritta?

Ferdinando. Eccola terminata.

Guglielmo. Scusatemi. Non si può far a Livorno? Non è meglio farla stendere da un notaio?

Ferdinando. Ma se è già fatta.

Guglielmo. S’ha da leggere, s’ha da firmare. Signor Leonardo, vi consiglio non perder tempo. È meglio assai partir subito, e si farà la scritta a Livorno. Eccomi, io sono con voi. Io non mi distacco da voi.

Leonardo. Non dite male. Andiamo, si farà a Livorno.

Guglielmo. (Respiro un poco. Qualche cosa può nascere).

Leonardo. Signora Giacinta, venite presto, conservatemi il vostro affetto. (Le tocca la mano) Signor Filippo, addio. (lo bacia) Padroni tutti. Schiavo di lor signori. (A Livorno ci regoleremo diversamente). (parte)

Vittoria. Nuovamente, signora Giacinta. Padrone mie riverite. Signor Filippo. Padroni tutti. Andiamo. (prende per mano Guglielmo)

Costanza. Buon viaggio.

Rosina. Buon viaggio.

Sabina. Buon viaggio.

Guglielmo. Contentatevi. (a Vittoria, con un poco di sdegno) Signor Filippo, scusate, e vi ringrazio.

Filippo. Addio, a rivederci a Livorno.

Guglielmo. Signora Giacinta... perdoni... (confuso)

Giacinta. Buon viaggio. (Non posso più).

Vittoria. Che diavolo avete? Par che piangete. (a Guglielmo)

Guglielmo. Andiamo. (risoluto)

Vittoria. Così! Andiamo. (parte con Guglielmo)

Ferdinando. Signora Sabina.

Sabina. Che cosa volete?