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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1914, XIX.djvu/241

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LA SCOZZESE 229

Friport. Prestissimo.

Fabrizio. Per dove?

Friport. Siete un poco curioso, signor Fabrizio.

Fabrizio. Scusatemi. Egli è perchè ho dell’amore per voi.

Friport. Egli è perchè avete della curiosità.

Fabrizio. Siete voi disgustato per questo?

Friport. Buon amico, fatemi portare il caffè, buon amico. (con giovialità)

Fabrizio. Vi servo subito. (Di questi uomini se ne danno pochi nel mondo. (s’accosta alla scena) Ehi! porta il caffè per il signor Friport.

Fabrizio1. Ecco il caffè, signore.

Friport. Lasciatemi qui le tazze, la coccoma, lo zucchero ed ogni cosa. Voglio berne una, due, tre chicchere, quante voglio: andate. (al servitore, che parte)

Fabrizio. Lasciatevi servire. (vuol versar il caffè)

Friport. No, voglio far da me: mi diverto. (si va servendo da sè)

Fabrizio. (Accomodatevi). Come! Un messo del Criminale? Qui non vengono di queste genti: che cosa vorrà costui? (osservando)

SCENA II.

Un Messo e i suddetti.

Messo. Siete voi, messer Fabrizio?

Fabrizio. Sì, signore, son io.

Messo. Il padrone di questo albergo?

Fabrizio. Per l’appunto.

Messo. Avete voi presentemente una Scozzese che si chiama Lindana?

Fabrizio. È verissimo.

Messo. Io vengo ad arrestarla per ordine della Corte. Ecco la mia commissione in iscritto. (mostra un piccolo foglio)

Fabrizio. (io non ho più una goccia di sangue).

  1. Così nelle edd. Pasquali, Zatta ecc. Ma le parole che seguono, sembrano pronunciate dal servitore.