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manca nemmeno qualche ribobolo toscano a sostituire le caratteristiche espressioni chioggiotte: ma il capolavoro è sparito, non resta che una stupida e noiosa caricatura. (Non so se a questa o ad altra riduzione italiana, che fallì miseramente sulla scena, allude Carletta (Valeri) nella Nuova Rassegna, 12 nov. 1893). " Sorte migliore incontrò a Napoli Filippo Cammarano. «Il Cammarano, più che autore, nel vero senso della parola» dice Ed. Scarpetta, «fu un riduttore fortunato di parecchie commedie del Goldoni; e di queste sue riduzioni due fecero specialmente la fortuna del teatro e dell’impresario; e furono: Li funacchere de lu Muoio Piccolo (Le baruffe ch.) e L'acqua zurfegna (Il ventaglio) > (Da S. Carlino ai Fiorentini, Napoli 1899, p. 77.- Vedasi anche Salv. di Giacomo Cronaca del S. Carlino. 2 ed., Trani 1895, pp. mi, 398 401-2) Ma di tale tentativo non sono in grado di giudicare. Vero e che di una riduzione napoletana Oreste Giordano ricordò l’esito disgraziato (v. La Regione, 25 giugno 1910). Piuttosto soggiungerò come di recente le Baruffe inspirassero un’opera al maestro Benvenuti, eseguita nel carnevale del 1895 sul Teatro Pagliano di Firenze (Serate italiane. 3 febbr.), e un'altra al maestro Bersezio nel 1905 (Il Campo, Torino, 12 marzo), e una suite al maestro Leone Sinigaglia, eseguita più volte a Vienna e altrove (Nuova Antologia. 16 marzo 1909, p. 366). Ma una sorte più gloriosa toccò al capolavoro goldoniano, se il suo ricordo sorrideva per caso alla mente di Riccardo Wagner, quando descrisse la famosa baruffa nel secondo atto dei Maestri cantori. Un Prologo alla Baruffe Ch. del Goldoni in versi martelliani, intitolato Goldoni a Chioggia, scrisse Giulio Piazza per la comp. Zago «recitato al Teatro filodrammatico di Trieste le sere del 6 e 7 di febbraio 1893 dall'attore G. Privato»: nel quale si descrive il solito ritorno del commediografo veneziano dal mondo di là e si rievocano i noti ricordi di Chioggia (v. Raccolta di monologhi, n. 106, Firenze 1902).

Abbiamo trovato qua e là, anche tra gli stranieri, più di un innamorato delle Baruffe chiozzotte; altri ammiratori potremmo aggiungere (v. per es. Howells, Venetian Life, Tauchnitz, 1683, p. 168; Sauer, Geschichte der italienischen Literatur, Lipsia, s. a., p. 440: l’autore lodando l’interpretazione della comp. Morolin dice questo il più bel lavoro del Gold., e trova il secondo atto insuperabile [Maddalena. Bricciche cit., p. 23; la Neue Freie Presse, 7 luglio 1892, all’indomani di una recita della comp. Gallina, - voleva dare tra le molte commedie popolari a questa la preferenza»: ivi]; M. Mignon, Études de Littérature Italienne, Paris 1912, p. 153). Nel Gondoliere di Venezia uscì l'anno 1842 (22 genn., n. 4) la versione francese della scena 12 del secondo atto, di un Leopold C..., preceduta da una breve introduzione in cui si dice «Ora una traduzione c’è venuta alle mani, inedita tuttavia, delle B. Chiozz. commedia non inferiore a verun’altra per certo, quanto alla difficoltà del potersi convenientemente tradurre. E di questa avendo noi tratto una scena, pensammo farne dono a' nostri lettori». Ma non pare che l’intera commedia venisse mai in luce. Nè conosciamo traduzioni in altre lingue. Solo nel nov. 1911 H. C. Chatfield-Taylor pubblicando nella rivista The drama di Chicago uno studio sul naturalismo veneziano del Goldoni, il quale fa parte del volume recente dedicato dallo stesso al commediografo veneziano (Goldoni.