Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1915, XX.djvu/319

Da Wikisource.

L'AMORE PATERNO 307

Pantalone. Animo, da brava, canta, e fate onor, fia mia. (ad Angelica)

Angelica. Veramente non sono in voce.

Pantalone. N’importa.

Angelica. E se mi manca il fiato?

Pantalone. T’agiuterò mi.

Angelica. (Canta, accompagnata dall’orchestra.)

Sacro nume di Pindo,
Tu che l’anime accendi
Di canora armonia, tu che rischiari
De’ mortali la mente.
Gran lume onnipossente,
Degli uomini conforto, e degli Dei,
Presta orecchio pietoso ai voti miei.

Della Senna in su le sponde,
Tua delizia e tuo decoro,
Non negarmi il verde alloro
Che desio di meritar.

Rammenta, o biondo Dio,
Quanti del sudor mio divoti pegni
Ottenesti finor. Vegliai le notti
Per offrirti gl’incensi. A te in tributo
I più bei dì della mia vita io diedi,
E qual ebbi da te grazie, o mercedi?
Questo dono or ti chiedo.
Sia grazia, o sia mercè. Fa che un tuo raggio
Rischiari il mio talento,
Fa ch’io piaccia a Parigi, e son contento.

Ah, che dal ciel discende
Raggio d’immortal luce,
Sento de’ vati il duce
Che mi favella al cor.
Vieni, mi dice, e spera.
Qui di clemenza è il regno;
Renditi d’onor degno,
E ti prometto onor.