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506 ATTO PRIMO

SCENA XIV.

Roberto e Filippo.

Roberto. È un diavolo questa vostra moglie1.

Filippo. Dello spirito2 non gliene manca.

Roberto. Ma dalla maniera sua di parlare, capisco ch’ella assolutamente3 conosce la giovane di cui si tratta, e voi la conoscerete al pari di lei4 e quando un galantuomo vi prega, mi pare che non dovreste fare il prezioso.

Filippo. Gli5 replico ch’io non ne so niente, e ciò le dovrebbe bastare.

Roberto.6 No, non mi basta.

Filippo. Se non le basta, non so che farle. Perdoni, ho i miei affari, non posso più trattenermi. (Per questa volta è passata7 bene). (entra nel suo appartamento)

SCENA XV.

Roberto, poi Doralice.

Roberto. Possibile che gli affissi mentiscano? Sarebbe una cosa strana. Potrebbe anche darsi che la giovane fosse qui, e Filippo e sua moglie non lo sapessero. Ma anche questo pare impossibile. Vi sarà sotto qualche mistero,8 avranno impegno per qualcheduno....9 Ma io perchè mi scaldo la fantasia per sì poco? Cosa perdo se non la vedo? Perdo un semplice divertimento, una cosa da niente. Ma tant’è, sono in impegno. Pagherei dieci luigi per appagare la mia curiosità.

  1. C. s.: quella donna.
  2. C. s.: Certo che dello ecc.
  3. C. s.: che assolutamente ecc.
  4. Segue nelle ed.i cit.: Ma ditemi, con chi è maritata quella donna? Conoscete il di lei marito? Di grazia, appagate la mia curiosità, e toccante poi a quella degli affissi, non mi pare che meco dovreste fare il prezioso. Filippo. Oh bene, sappia adunque che quella che è partita è mia moglie, e che di quella degl’affissi gli replico che io non ne so niente ecc.
  5. Il Masi, ed. cit. corregge: Le.
  6. Nelle ed.i cit. Roberto dice: Come!... quella vostra moglie?... da quando in qua?... Ma no, non mi basta di saper tanto poco... Filippo. Se non le basta ecc.
  7. C. s.: assai bene.
  8. Nelle ed.i cit. c’è punto fermo.
  9. C. s.: per qualcheduno... e forse... ma io perchè ecc.