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IL MATRIMONIO PER CONCORSO 569

SCENA XV.

Anselmo e monsieur la Rose.

Anselmo. No, signore, se siete contento voi, non sono contento io. La somma che mi dovete non è dote che basti1 al vostro merito. Son galantuomo, non ho altri che questa figliuola2 e nel mio paese ho tanto da vivere che mi basta. Vi farò una cessione de’ miei crediti di Parigi3 e alla mia morte mia figlia sarà l’erede4 di quel poco che mi resterà.

Rose. Io lascio fare a voi tutto quel che volete. Ma credetemi, ch’io faccio capitale sopra tutto del buon carattere di vostra figliuola5. Non ho mai pensato di maritarmi. Mi è venuto in un subito quest’idea, vi ho dato la mia parola, e sono qui prontissimo6 a mantenerla.

Anselmo. (Facciamo presto prima ch’egli si penta). Favorite di venire7 nelle mie camere. Vi presenterò a Doralice, e presto presto si farà il contratto. (s’incammina)

SCENA XVI.

Roberto, monsieur Traversen ed i suddetti.

Roberto. Signor Anselmo. (chiamandolo8)

Anselmo. (Oh ecco un novello9 imbroglio). Che mi comanda, signore? Scusi, ho qualche cosa che mi sollecita.

Roberto. Ho due parole a10 dirvi soltanto.

Traversen. Vo ad avvisare madama, che siete qui. (piano a Roberto)

Roberto. (Sì andate, sono curioso11 di saper cosa vuole). (piano a monsieur Traversen.)

Traversen12. (Sono curioso anch’io per dirla), (s’incammina verso l'appartamento.)

  1. C. s.: bastante.
  2. C. s.: figlia.
  3. C. s.: di tutti i miei beni di Parigi, cioè i miei crediti.
  4. C. s.: sarà erede.
  5. C. s.: sopra tutto di vostra figlia.
  6. C. s.: pronto.
  7. C. s.: favorite venire.
  8. C. s.: incamminandosi.
  9. C. s.: altro.
  10. C. s.: da.
  11. C. s.: Sì andate. (Son curioso ecc.).
  12. Mancano nelle ed.i cit. queste parole di Traversen.