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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1923, XXII.djvu/140

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132 ATTO QUARTO

Cadì. Chi sei? (ad Arlecchino)

Arlecchino. Mia muggier? (forte e con affanno)

Cadì. Come ti chiami?

Arlecchino. Corallina. (chiamandola con disperazione)

Cadì. Corallina è il tuo nome?

Arlecchino. Corallina xe mia muggier.

Cadì. E tu chi sei?

Arlecchino. Maledetto spirito! maledetto mercante! maledetta curiosità!

Cadì. Parla, o ti faranno parlare i tormenti.

Arlecchino. Feme impalar, feme scortegar.

Cadì. Perchè t’introducesti nella moschea?

Arlecchino. El diavolo, el spirito, el Cattivo Genio.

Cadì. Qual era il tuo disegno?

Arlecchino. Che dessegno? Son un povero contadin. Mi no so de dessegno.

Cadì. Perchè sei qui venuto?

Arlecchino. Perchè el diavolo me gh’ha portà.

Cadì. Come venisti?

Arlecchino. No so gnanca mi.

Cadì. Per mare?

Arlecchino. Sior no.

Cadì. Per terra?

Arlecchino. Sior no.

Cadì. Per aria dunque? (con sdegno)

Arlecchino. Sior sì.

Cadì. (Non comprendo s’egli sia uno sciocco, o se sia un impostore). (da sè)

Arlecchino. Lassème veder mia muggier. (con affanno)

Cadì. Tua moglie?

Arlecchino. Lassè che la veda, e po feme impalar.

Cadì. Quella donna che hanno arrestato, è dunque tua moglie?

Arlecchino. Sior sì, la xe mia muggier. (sempre con affanno)

Cadì. È venuta con te?

Arlecchino. Sior no.