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IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO 135

Corallina. (Se potessi aiutarlo col mio!) (da sè) Dammi la mano. (vuol prendere Arlecchino per mano, le Guardie l’impediscono) Perchè non volete ch’io tocchi la mano a mio marito? (le Guardie non vogliono)

Pantalone. Via, permettèghe almanco sta piccola consolazion. (alle Guardie le quali ricusano, e trascinano a forza Arlecchino verso la scalinata per condurlo nella torre.)

Corallina. Voglio seguitarlo ancor io. (in atto di seguirlo)

Pantalone. Fermève. (arrestandola)

Corallina. Invano mi trattenete. Sappiate che, s’io volessi, potrei in un momento partire e liberarmi da ogni pericolo.

Pantalone. Lo so; m’avè dito che gh’avè un anello....

Corallina. Ma no, amo meglio morire con mio marito che vivere senza di lui. (le Quardie strascinando a forza Arlecchino sulla scalinata, arrivano alla porta della torre e l’aprono per metterlo dentro. Corallina monta anch’essa la scalinata.)

Pantalone. Torna el Cadì. Guardie, fermève, e sentimo l’ordine del Bey. (forte alle Guardie)

SCENA XIII.

Il Cadì e detti.

Pantalone. E cussì, sior Cadì, che bone nove me portela?

Cadì. Il Bey mio signore ha accettato le vostre suppliche, ed ecco quel ch’ei m’impone di dirvi. Rispetta egli la vostra illustre nazione, ammira lo zelo ond’ella s’interessa per i sudditi suoi, con cui favorisce il commercio, mantiene la tranquillità fra’ suoi popoli e la buona corrispondenza co’ suoi alleati. Desidera egli conservare la sua amicizia, ed in prova di ciò, non solamente rende a voi la donna innocente, ma vi regala generosamente anche il colpevole.

Pantalone. Evviva! evviva! Son pien de giubilo e de consolazion. L’assicura el Bey della mia vera riconoscenza, e che scriverò al mio paese, e che in ogni occasion el sia seguro de trovar una simile corrispondenza.