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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1923, XXII.djvu/258

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Dorval. Bene, profitterò della vostra compiacenza.

Geronte. Non tarderò a rivenire. Addio... tutto è detto, ci siamo intesi.

Dorval. Non v’è dubbio.

Geronte. (Toccando la mano a Dorval) Parola d’onore?

Dorval. Parola d’onore.

Geronte. Amico... son fuor di me dalla consolazione. (parte)

SCENA IV.1

Dorval, Leandro.

Dorval. Parmi un sogno; io maritarmi? io che mai ci avevo pensato?

Leandro. (Sortendo con trasporto di allegrezza, guarda con compiacenza Geronte che parte, indi si volta a Dorval Ah! mio degno, mio rispettabile amico, non so in quai termini potrei spiegarvi la mia gratitudine.

Dorval. Per qual motivo? Che cosa ho fatto per voi?

Leandro. Ho inteso quel che disse mio zio in partendo; ho capito apress’a poco la conversazione che avete avuta con lui; ei va dal notaro; vi diede la sua parola d’onore; vedo, capisco quello che avete fatto per me; son l’uomo il più felice del mondo.

Dorval. Sospendete le vostre lusinghe, e i vostri ringraziamenti. In tutto quel che voi dite, non vi è principio di verità.

Leandro. Come! mi sarò io ingannato?

Dorval. Spero che col tempo potrò più facilmente giovarvi; ma sin ora2 non ho potuto ottenere cosa alcuna per voi.

Leandro. A qual proposito vi ha dato egli la sua parola d’onore?

Dorval. Ve lo dirò, senza alcuna difficoltà. Geronte mi ha fatto l’onore di propormi vostra sorella in consorte; io ho accettata l’offerta; ed ecco un titolo per interessarmi ancor d’avvantaggio a tutto quello che vi riguarda3


  1. Nell’originale francese questa è la scena VII
  2. Testo: sin’ora.
  3. Si confronti il testo originale francese.