Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1923, XXII.djvu/442

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Araminta. Eh! se i beni vostri, se le vostre terre fossero nelle mie mani, questo giorno non tarderebbe lungo tempo a arrivare.

Marchese. Bene, bene, benissimo... prendete... fate... io vi abbandono.... oh! di buon cuore.

Araminta. Credete voi, signor marchese, che una donna della mia sorte sia fatta per essere l’agente di un particolare? (con un poco di alterezza)

Marchese. No... non dico questo... voi siete ancora.... ed io.... non sono sì vecchio che... mi capite.

Araminta. Voi scherzate, signor marchese.

Marchese. Io?... oh! quando dico... bene, bene, benissimo.

Araminta. Non ho alcuna idea di maritarmi, ma se mai dovessi far la corbelleria, io non fo caso de’ titoli, ma de’ fondi e de’ capitali.

Marchese. Tutto, tutto.... se voi voleste.... non ci sarebbe che voi... padrona di tutto... Carta bianca, madama, carta bianca, bene, bene, benissimo. Carta bianca.

Araminta. Carta bianca?

Marchese. Assoluta.

SCENA X.

Il Cavaliere1 ed i suddetti.

Cavaliere. Eccomi a’ vostri cenni. (al Marchese)

Marchese. Voi vedete, madama.... è il mio unico.... è il più buon figliuolo... (ad Araminta)

Araminta. Lo conosco, signore, ed ho per lui quella stima ch’ei merita.

Cavaliere. Ah! qual bontà, signore! Voi sareste sorpreso quando saprete di quante grazie, di quante beneficenze il di lei cuor generoso mi ha recentemente colmato. (al Marchese

Marchese. Tutto è fatto?... Eleonora... ella è tua? (con gioia

  1. Testo: Cavalier.