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108 ATTO PRIMO
Moriam, figlia, moriamo. A caso il cielo

Questo non mi lasciò misero avanzo
Del temuto mio brando. Entro al tuo seno
Lascia pria ch’io l’immerga, indi nel mio.
Rosmonda. Questa vita, signor, che a me tu desti,
Puoi ritogliermi ancor. No, non ricuso
Versar per te, s’uopo lo chieda, il sangue.
Ma per pietà, scampo sperar non lice
Oltre una disperata atroce morte
Senza vendetta?
Alerico.   E in che sperar poss’io?
Eccomi solo, abbandonato e in odio
Agli uomini e agli Dei...
Rosmonda.   Farò io stessa
Al furor de’ nemici argine e scudo.
Salvati, non temer; sai che Germondo
Per me avvampa d’amor.
Alerico.   Lo so pur troppo;
Anzi solo per te la guerra ei fece;
E ora dandoti morte, io tolgo a lui
Il trionfo maggior di sue vittorie.
Rosmonda. Non temer che di me l’empio trionfi.
Con troppa gelosia serbo nel seno
Custodita virtù.
Alerico.   Misera figlia,
Prigioniera sarai.
Rosmonda.   Ma ancor fra’ lacci
Vendicarti saprò.
Alerico.   Del vincitore
Non paventi il rigor?
Rosmonda.   So ch’egli mi ama.
Alerico. Dunque incauta vorrai con il tuo volto
Comprar la vita?
Rosmonda.   Io vuo’ per vendicarmi
Tempo acquistar. Saprò morir, ma quando