Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/142

Da Wikisource.
124 ATTO TERZO
Tremi l’audace donna... Eccola... giunge...

L’odio mi bolle in cor... Che fo? S’eviti.
Alvida. Signor, t’arresta e non temer ch’io voglia
Favellarti d’amor. Cura più grave
A te mi guida. In tuo favore io deggio
Un arcano svelar.
Germondo.   Parla, che mai
Può cotanto impegnar tua vigil cura?
Alvida. Fa che partan le guardie; ognun potrebbe
Il segreto tradir.
Germondo.   Partite. (le guardie si ritirano
Alvida.   (Oh! stelle,
Secondate il disegno). (da sè
Germondo.   Or che siam soli,
Puoi l’arcano svelar.

SCENA II.

Rosmonda e detti.

Rosmonda.   Deh non curarti

Un arcano saper da cui rifugge
Atterrito il pensier. All’assassinio
T’apristi, Alvida, inutilmente il varco;
Pensa meglio a te stessa.
Alvida.   (Ah mi prevenne,
Mi scoprì la rival!) (da sè
Germondo.   Non parli, Alvida?
Ti cambi di color? Tremi? Che mai
Deggio creder di te? Parla, Rosmonda:
Tu del suo turbamento a me disvela
La cagion se ti è nota.
Rosmonda.   In lei...
Alvida.   T’accheta,
Svelerò col mio labbro il mio disegno.