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LA GRISELDA 225
Ma griderà quell’anima innocente

Vendetta un dì contro di te. Saranno
Vendicate dal ciel col tuo supplizio
D’una madre tradita le funeste
Lagrime dolorose. Addio per sempre,
Figlio diletto: anche una volta sola
Ti ribacio, mia vita, indi ti lascio
In balìa del più crudo empio tiranno. (parte
Ottone. Non giovano lusinghe, e non minaccie?
Giovi seco la forza: ingrata donna,
Ti rapirò. Se il Re l’abborre e sprezza,
Lo servo, e non l’offendo io. Mentre all’opra
Raccolgo i miei, tu col real bambino
Riedi alla Reggia, e taci.
(alla guardia che parte con Everardo
  Oggi vogl’io
Perder la vita, o posseder Griselda.

SCENA V.

Bosco con capanna e sasso.

Griselda, poi Oronta e Roberto.

Griselda. È deliquio di cuore, o pur lassezza

Quella che ora vi opprime, o mie pupille?
Sonno non è, che quando è il cor dolente,
Non è vostro costume aver riposo.
Ma comunque ciò sia, regger non posso
Me stessa in piè. Quivi m’assido; almeno
Cessate per brev’ora, ombre funeste,
Di turbar coi spaventi il mio riposo. (siede
Quante volte adagiai quivi le membra
Non avvezze alle piume; allor più bello
Mi parea questo sito... Oh sorte ingrata...
(s’addormenta