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LA GRISELDA 227
Non rimango però: mi stai nel petto

Fisso così, che sempre teco io vivo.
Or se qui riposar... Ma che rimiro?
Donna, quivi sedendo, e dorme e piange!
Come in rustico ammanto ella dimostra
Volto gentil! sento in mirarla un forte
Movimento dell’alma: entro le vene
S’agita il sangue, e il cuor mi sbalza in petto.
Griselda. Vieni. (dormendo apre le braccia
Oronta.   M’apre le braccia, e al dolce amplesso
M’invita; il cor sembra che a lei mi spinga;
Più resister non so. (l’abbraccia
Griselda.   Diletta figlia. (ancor sonnacchiosa
Aimè! (si sveglia
Oronta.   Non paventar, ninfa gentile.
(Il più bel del suo volto aprì negli occhi).
Griselda. (Ho desti i lumi, e il mio pensier s’inganna).
(osservandola
Oronta. (Come attenta m’osserva!)
Griselda.   (All’aria, al volto,
La raffiguro, è dessa; ah che nel core
Troppo fissa restò la bella immago!)
Oronta. Cessa di più stupirti.
Griselda.   E qual destino
Ti trasse in questo abbandonato sito,
Donna real, che tal ti credo?
Oronta.   Io stanca
Di seguir cacciatrice il Re mio sposo,
A riposar qui venni.
Griselda.   In quest’albergo
Non troverai che pene.
Oronta.   Ognor pietosa
Consolerà le tue sciagure Oronta.
Griselda. Quest’è il tuo nome?
Oronta.   Appunto.