Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/28

Da Wikisource.
26 ATTO PRIMO
Dimmi perchè? Qual colpa esser può mai

In noi l’acceso ardor?
Teodora.   Taci e obbedisci.
Fuori del mio voler altra ragione
Non ti lice cercar. Non è delitto
L’amar; ma Belisario è colpa grave.
Antonia. Colpa è l’amar eroe sì degno e forte?
Colpa è l’amar il domator degli empj?
Colpa è l’amar chi tutto il mondo adora?
Teodora. Colpa è l’amarlo, se Teodora il vieta.
Antonia. Troppo ad amarlo ho il cor avvezzo, e fia
Impossibil scacciarne il primo affetto.
Teodora. Non dubitar. Difficile cotanto
Alla donna non è cangiar amore.
Credilo pur, ch’io già per prova il dico.
Belisario s’accosta, io mi ritiro.
Odi tu un mio comando: in faccia a lui
Vo’ che il labbro non sciolga, e le pupille
Non sollevi a mirarlo, e i detti suoi
Tu non ascolti, o pur l’ascolti e taci.
Ad obbedir t’appresta, o Belisario
Pagherà col suo sangue il tuo delitto.
Antonia. Dura legge m’imponi.
Teodora.   E questa legge
Devi osservar. E basti al tuo rispetto
Che testimoni gli occhi miei saranno. (si ritira

SCENA VII.

Belisario, Antonia, e Teodora ritirata.

Belisario. Antonia, idolo mio, pur il destino

Riveder mi concede il tuo bel volto.
Vinsi pugnando, e non usata forza
Provai nel braccio mio, qualora, o bella,
Il tuo nome invocai. Or a te riedo