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DON GIOVANNI TENORIO 301
Carino.   Oh me felice,1

Se tue parole non avessi udito.
Ti lascio, t’abbandono, e maledico
Il dì che ti conobbi.
Elisa.   Ah no, t’arresta.
Misera me! Non mi lasciar, mio caro;
Non ti sowien di que’ soavi giorni
Che a vicenda fra noi?...
Carino.   Sì, men sovviene
Per mia pena maggior. Quanto ti amai,
Giuro ti abborrirò.
Elisa.   Mira prostrata
La tua povera Elisa a’ piedi tuoi.
Chiedo perdono all’innocente errore.
Caro, pietà.
Carino.   Non la sperar giammai.
Elisa. Se tu sei la mia vita, ah non poss’io
Viver senza di te.
Carino.   Nulla mi cale
Del viver tuo.
Elisa.   Saprò morirti ai piedi.
Carino. Mirerò con piacer la morte tua.
Elisa. (Provisi l’odio suo). Con questo dardo,
Mira, mi passo il sen.
Carino. (Senza mirarla) Su via, ferisci;
Passa l’indegno cuor. Lava la macchia
Che facesti a mia fede, o all’amor mio.
Elisa. Non pavento la morte. Il sol tuo sdegno
Mi fa tremar; deh non voler ch’io muoia
Senz’almeno mirarmi. Il guardo volgi
Una volta pietoso, e poi m’uccido.
Carino. Ciò da me non sperare.
Elisa.   Ah disumano!
Un sì lieve conforto ancor mi nieghi?

  1. In altre edizioni: Oh me infelice!