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DON GIOVANNI TENORIO 307
Svelarvi in lui, che a segretezza impegna;

Con voi sol, me presente, ei parlar brama.
Donn’Anna. Signor, vuole il dover ch’io m’allontani;
Lo farò, se v’aggrada. (a don Alfonso
Donn’Anna.   Ite, me avrete
A momenti con voi.
D. Alfonso.   (Donna a me sembra.
Giusta curiosità sentir mi sprona). (si ritira
soltanto per non essere, ascoltando, osservata.
D. Ottavio. Sotto spoglie virili a voi presento
Donna, signore, per natali illustre,
Da un cavaliero nell’onore offesa.
In Castiglia lo cerca, e s’ei v’è colto,
Contro il vile offensor giustizia chiede.
D. Isabella. Signor, donna Isabella, unico germe
De’ duchi d’Altomonte, a voi s’inchina,
E il favor vostro in suo soccorso implora.
D. Alfonso. Tutto farò per voi; ma chi è l’audace
Cavalier, che vi offese e vi abbandona?
D. Isabella. Don Giovannni Tenorio.
D. Alfonso.   È a me ben noto;
Molto degli avi suoi parlò la fama.
D. Isabella. Di lui non narrerà che il tristo inganno,
La fuga vile e ’l mio tradito amore.
D. Ottavio. Della dama il dolor merta pietade.
D. Alfonso. Se quivi giugne il cavalier, giustizia
Dal Re v’impetrerò.
Donn’Anna.   No, don Alfonso,
Fede non date alle menzogne altrui;
Quella donna sarà del duca Ottavio
Un’amante celata. Averla seco,
Senza il Re provocar, meglio non puote
Che con sì vago ed opportuno inganno.
Prevenuto il suo cuor conobbi allora
Che appena mi guardò; che tardo, e a forza,