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320 ATTO TERZO
Chi ti sappia punir, faranlo i numi,

Lo farà il tuo delitto e il tuo rossore. (parte

SCENA X.

Don Alfonso, Don Giovanni e il Duca Ottavio.

D. Giovanni. Dubiterete che colui sia stolto? (a don Alfonso

D. Alfonso. Che dubitar non so. Seguite, o Duca,
Quell’infelice, e sia guardata in guisa
Che non perisca.
D. Ottavio.   Lo farò. (parte
D. Giovanni.   La morte
Il minore saria de’ suoi disastri.
Viver senza saperlo è della morte
Male ancora peggior.
D. Alfonso.   Sì, ma dobbiamo
Preservare la vita anche agl’insani.
Don Giovanni, desio per vostro bene,
Che stolto sia chi traditor vi appella. (parte

SCENA XI.

Don Giovanni, poi Elisa.

D. Giovanni. Stolta il duol la farà, siccome stolta

La rese un tempo il faretrato arciero.
Misero me! se men coraggio avessi
Nel sostener, che nell’ordir gl’inganni.
Non mi fido però di vincer sempre,
E un altro incontro paventar mi è forza;
Altrove andrò. Non seguirà per tutto
L’audace i passi miei.
Elisa.   Mio ben, mio sposo,
Pur alfin vi trovai.