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BELISARIO 35
Giustiniano. Belisario, quei fogli a te consegno;

E di scegliere a te l’arbitrio resti.
Sappia la Grecia, Italia e il mondo tutto,
Ch’è il mio poter nelle tue man riposto.
Belisario. Troppo, signor, tua generosa destra
Favorisce un vassallo.
Giustiniano.   Or Belisario
Più vassallo non è. Con un tal nome
La dignità di Cesare si offende.
Belisario. Ma un tal nome, signor, di troppo eccede
La mia condizion.
Giustiniano.   Degno ti rende
La tua virtù di dominar la terra.
L’impero a me tu conservasti, ed io
Teco divido di tue glorie il frutto.
Quest’opra adempi; indi a me torna, amico,
A terminar la tua dolente istoria. (parte

SCENA III.

Belisario e Narsete.

Narsete. Capitano glorioso, infra que’ fogli

V’è pur quel di Narsete. Io che cotante
Prove ti diedi di valor, di fede,
Sperar potrò non rimaner deluso?
Belisario. Questi son tanti eroi; son tutti degni
Del governo d’Italia, anzi del mondo;
Nè esser giusto poss’io con uno solo
Senza rendermi agli altri ingiusto, ingrato.
Deciderà la sorte; io già confondo
Questi onorati fogli; e tu, Narsete,
Uno a sorte ne prendi e quel fìa scelto.
Narsete. Obbedisco al tuo cenno. Eccot’il foglio.
Belisario. Questi l’eletto sia: Filippo.