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444 ATTO QUARTO
Viltà mi sembreria. Quand’io credessi

Diman dover perir, colle mie mani
La morte mi darei, prima ch’espormi
Al vergognoso fin che ci prepara
Dei nemici crudeli il fiero orgoglio. (parte
Rinaldo. Povero figlio! Compatisco il tuo
Troppo giusto dolor; l’età immatura
Discerner non ti fa con maggior senno
Le vicende del mondo: io le comprendo,
Io le sprezzo egualmente, e quando sono
D’amarezza condite, e quando piene
Sembrano di piacer. Quel che mi cale
È la mia fama, è l’onor mio. Pietose
Tutelari deità, deh per pietade,
Soccorretemi voi; voi difendete
La mia vita non già, ma l’onor mio.
Questo a voi raccomando: è un fumo, un’ombra
Questa vita mortal, ma vive eterno
Il nome degli eroi; deh, questo illeso
Dalla strage crudel de’ miei nemici,
Pietosissimi Dei, voi riserbate.


Fine dell’Atto Quarto.