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ENRICO 545
Senza macchia potrò di mia onestade.

Deh vi basti saper ch’io serbo a un punto
Ad Ormondo la destra, a Enrico il core.

SCENA VI.

Ormondo e detti.

Ormondo. Porgi la destra a chi hai donato il core,

Femmina scellerata.
Matilde.   (Aita, o stelle!)
(alzandosi spaventata1
Enrico. Temerario, chi sciolse i ceppi tuoi?
(impugnando la spada2
Ormondo. Il Ciel per mia vendetta.
Enrico.   Anzi t’ha scorto
Degnamente al supplizio. Olà! (escono le guardie
Ormondo.   Venite.
(impugnando la spada
Un disperato cor non ha spavento.
Enrico. Levategli quel ferro.
(Le guardie attaccano Ormondo che si difende.
Ormondo.   Io non lo cedo
Che di sangue bagnato.
Matilde.   Oh Dio! fermate.
Sposo... Ormondo... (Infelice! Io son cagione
Del fatal suo periglio). (a parte
Ormondo.   Ahimè! Son morto.
(rimane ferito
Matilde. Sventurato consorte! A qual estremo
Gelosia vi guidò!
Ormondo.   Potessi almeno (a Matilde con isdegno3
Trarti meco alla tomba. Allor contento
Di mia sorte sarei.

  1. Bett.: s’alzano.
  2. Bett.: impugna la spada.
  3. Bett.: verso Matilde.