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56 ATTO TERZO
Giustiniano. Sei costante al suo amor?

Antonia.   Costante e fida.
Giustiniano. Antonia, tu m’inganni.
Antonia.   Io te lo giuro.
Giustiniano. Ma non ami Filippo?
Antonia.   Anzi l’aborro.
Giustiniano. (Ah comincio a tremar!) (da sè
Belisario.   (Confuso io sono).
Giustiniano. Stendi dunque la destra a Belisario.
Antonia. Più felice destin sperar non posso.
Eccola.
Belisario.   Idolo mio.
Giustiniano.   Basta, serbate
Ad altro tempo i vani affetti. Intesi
Quel ch’io men mi credea. Sentimi, ingrato,
Sopra te caderà, guardam’in volto,
Il nero inganno, se ingannarmi ardisci.
Io sono il tuo Monarca; e se l’amore
Forse mi rese vili nel tuo pensiero,
Risarcirmi saprò coll’odio mio.
Belisario. Delitto in me?
Giustiniano.   Leggilo in questo foglio.
Egli t’accusa. Antonia ti convince.
Ti condanni tu stesso, io non t’assolvo.
Antonia. (Numi! Che sento mai!) (da sè, agitata
Belisario.   M’accusa il foglio?
Antonia mi convince? Io non intendo.
Antonia. Sappi, signor...
Giustiniano.   Taci che il so pur troppo.
Belisario è infedel.
Belisario.   Ah! che t’inganna...
Giustiniano. Bella crudel scrivi ad Antonia?
Belisario.   È vero.
Giustiniano. È crudel chi t’adora?
Belisario.   Io la trovai...