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SCENA XIV1

Giustiniano e Bellisario che dorme.

Giustiniano. Dorme qui Bellisario, e in lieti sonni ecc.

.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
Bellisario infedel... (forte
Bellisario. Chi mi risveglia? (s’alza
Cesare qui? Ah mio Signor, venisti
Forse pietoso a consolar l’afflitto
Misero cor di Bellisario?
Giustiniano.   Io venni,
Barbaro, ad iscoprir ciò che fin ora
Sol dubitai. Or che la colpa è certa,
Certa sia la tua pena.
Bellisario.   Oh Dei, che dici?
Scopristi in me...
Giustiniano.   Sì, traditor, scopersi ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
...Giustiniano tradir, e con indegno
Amor render profano il nostro affetto.
Bellisario. Di qual’amor favelli?
Giustiniano.   Indegno, io parlo
Di quel con cui tu m’offendesti; osserva,
Parlo di questo amor. Perfido, dimmi,
Conosci tu questo ritratto? ardisci
Vagheggiarlo, adorarlo, e innanzi gli occhi
Tenerlo allor che tu li chiudi al sonno?
Vedi la colpa tua? Sei troppo audace,
Più soffrir non ti voglio.
Bellisario.   Ah, che t’inganni...
Giustiniano. Tu sei l’ingannator, ma giuro ai Numi
Tutelari di Grecia, e per quel sacro
Alloro Imperial che mi circonda

  1. Corrisponde alla sc. XI del 3. atto.