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BELISARIO 77

SCENA V.

Teodora e detti.

Teodora.   Sì, Teodora

È colei che ti accusa, e Giustiniano
È quel che ti condanna. Il traditore
Sei tu; son io l’offesa.
Belisario.   E tanto ardisci
Di Belisario in faccia?
Teodora.   E Belisario
Così poco rispetta una regnante?
Giustiniano. Ecco, diletta sposa, in questo foglio
La sentenza fatal contro l’indegno.
Teodora. Io di farla eseguir la cura prendo.
Vanne; e pria che risorga il nuovo sole,
Il decreto imperial fa che s’adempia.
(dà la sentenza ad una guardia
Belisario. Crudel, sarai contenta. Io volentieri
Fuggo dagli occhi tuoi che della morte
Son più orribili assai. Esser piuttosto
Fra le furie vorrei de’ neri abissi,
Che in faccia a te, donna crudel, spietata.
Tu sai la mia innocenza, e sai, tiranna,
Di chi è la colpa, ed hai tal core in petto
Di mirar la mia pena e di soffrirla?
Tu tentasti mia fè. Tu fosti quella
Che d’amor mi parlò. Sono vendetta
Delle ripulse mie le tue menzogne;
E per serbar mia fè reo son creduto.
Sai tutto questo, e puoi...
Teodora.   Cesare, oh Dio!
Potrai soffrir che la fedel tua sposa
Con sacrileghi detti un empio insulti?
Giustiniano. (Tanto audace è costui, che se Teodora
Non l’accusasse, ei sembreria innocente). (da sè