Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu/145

Da Wikisource.

LA SPOSA PERSIANA 141
Tanta beltà innocente raccolta in un oggetto?

Tamas... vediamla; al fine il padre lo domanda,
E il domandar del padre vuol dir che lo comanda.
Ma Ircana mia?... Qual torto le fo, se un’altra io miro?
Non mi trarrà per questo dal petto un sol sospiro.
E se beltà sì rara poi mi accendesse il cuore,
Resister chi potrebbe alla forza d’amore?
Fuggasi... No, si vegga; finora Ircana è quella
Che agli occhi miei d’ogni altra parve più vaga e bella.
Svelisi in suo confronto beltà tanto lodata,
E delle due si vegga chi è vinta e superata.
Questa non è incostanza, non è mancar di fede;
È un desio... ma neppure; è il padre che lo chiede.
È ver che il padre istesso disubbidir giurai:
Ma in onta delle leggi giurar non si può mai.
Sia forza, sia consiglio, seguo del padre i detti;
Ma terrò in guardia il cuore, non cangierò gli affetti.
Ircana, sì, ti adoro, sì, tu sarai più bella;
Ma lascia che rimiri le luci ancor di quella;
E se negli occhi suoi non vedo il tuo splendore,
In te cresciuto il merto, crescerà in me l’ardore.
parte


Fine dell’Atto Primo.