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LA SPOSA PERSIANA 179
Tamas. Resti costei legata fin ch’io ritorni: vecchia,

Se Ircana non ritrovo, a morir, ti apparecchia, parte
Curcuma. Signor... Ah sul mio dorso quale flagello aspetto.
Mi ha fatta legar stretta, e poi vecchia mi ha detto.
Ma voi, cani arrabbiati, con tante corde rie,
Perchè queste legate tenere carni mie?
Tanti che pagherieno averle un po’ toccate,
E voi, brutti visacci, così le strapazzate?1
Ah se pietade avete di me, povera donna...
(un Eunuco le parla all’orecchio
Che dici, sciagurato? Non è ver, non son nonna.
Non ho nemmen figliuoli, ma ben se scamperò
Fuori di questo imbroglio, spero che ne averò.

SCENA II.

Tamas e detta.

Tamas. Perfida! (furiosamente, con arma alla mano

Curcuma.   Ahimè meschina!
Tamas.   Presto a colei sien date
Sulle piante de’ piedi trecento bastonate. G 1
Viva poi sotterrata sino alla gola, i cani
Vengano il capo indegno a lacerarle in brani.
Curcuma. E poi...
Tamas.   Poi d’ingannarmi avrai finito, insana.
Curcuma. E poi voi non saprete dove sia ita Ircana.
Tamas. A forza di tormenti dir lo dovrai.
Curcuma.   Pazienza!
Ma son donna capace di dirvelo anche senza.
Tamas. Presto.
(gli Eunuchi credendo dica a loro, vogliono legar Curcuma

  1. Castighi che accostumatisi tra Persiani.
  1. Edd. Pitteri e Pasquali: strappazzate?