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L’è bella dal principio, l’è bella sin al fin,
     Gh’è verità, gh’è intrezzo, el verso xe divin.
Ghe xe scene de forza, discorsi da imparar:
     Amori che interessa, e che fa innamorar.

La parlata di Osmano a la so putta è così piena di insegnamenti, che raccoglie in poco tutta la morale:

Ghe xe quei bei discorsi che fa el pare del sposo.
     Fra i altri quel del pranzo che xe molto gustoso.

E quella schiava Ircana?

Digo del so carattere dove rapresentada
     Xe cussì vero al vivo la donna innamorada.

Quando la sposa Fatima la va in accidente, il padre suo si perde in un discorso troppo lungo, è vero, ma come si rinuncerebbe a un tal squarzo de belle reflession?

In somma

Questa delle Commedie la xe un model perfetto,
     La virtù xe premiada, el vizio xe corretto.
Tutte le azion se vede, che le gh’à terminà,
     E l’Uditor se parte contento e consolà.

L’ardore del Baffo dalla commedia risaliva all’attrice Caterina Bresciani, alla quale il nobiluomo dedicò due sonetti punto belli, ma sempre osceni (Raccolta Univ. delle Opere di G. Baffo Veneto, Cosmopoli. 1789, t. I., pp. 126 e 127: col titolo Loda una Commediante). Nel primo dice:

Cosa me piase quella Donna Ircana,
     L’aziona molto ben, la xe pur brava!
     Se puol far meggio da superba schiava.
     Che voggia comandar, ma da Sovrana? ecc...
Quando che ’l so Paron po la dà via,
     Me vien su tanta rabbia, che me par,
     Che per comprarla schiavo me faria ecc...

Il secondo comincia:

Co vedo quella schiava a far l’amor
     Co quella gran superbia all’Oriental,
     Partecipo anca mi del so furor,
     Che me par che farave un criminal ecc...

Un altro poeta del tempo si mostra innamorato, almeno per quattordici versi, della bella Fiorentina (cit. cod. Cicogna, carta 124):

Schiavo son d’una schiava, io lo confesso ecc.

Un altro pensò piuttosto di celebrare frugonianamente l’autore (l. c., carta 115: Al Dottor C. Goldoni Autore della Commedia intitolata La Sposa Persiana):

Per te, Carlo, sen van l’Adriache scene ecc.

Ma non tutti erano egualmente soddisfatti, non tutti trovavano da lodare. Per esempio il conte Stefano Carli da Capodistria, che era stato a Costantinopoli e che perciò poteva dettare la sua autorevole sentenza, scriveva il 3 novembre 1/53 al cugino marchese Gravisi: "... Da S. Luca diretto dal Goldoni ebbi la Commedia intitolata la Sposa Persiana, del tutto nuova. Sono stato interessatissimo di vederla, per aver inteso ne’ pubblici Caffè le diverse