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L’AUTORE

A CHI LEGGE.1

S

E è vera l’impazienza, che tanti e tanti, e in voce e per lettera mi han dimostrato di vedere alla luce la Ircana in Julfa, spero che ora saranno contenti. Ma sicuramente mi aspetto, che sarà ad essi interrotto il piacere, ed a me scemato il merito di aver procurato2 di soddisfarli, con una nuova loro impazienza di vedere stampata quell’altra col titolo d’Ircana in Ispaan, desiderosi di avere sotto degli occhi l’intiera favola in tre diverse azioni distribuita. Ma tutte le cose non si possono avere, quando si vogliono; e per quanto io desideri di soddisfare i Padroni e gli amici, non mi permettono le mie convenienze di far di più. Pazientino ancora un poco; spero che nel sesto Tomo3 mi sarà permesso di contentarli; e si compiacciano intanto di accoglier questa dai Torchi, come l’hanno benignamente sofferta sopra le Scene. Ella non ebbe, a dir vero, tutta quella gran sorte, che favorì estraordinarìamente la Prima; però i Comici ed io ne restammo contenti, perchè eglino in parecchie sere ne ritrassero utile non ordinario, ed a me furono fatte delle graziose congratulazioni. Fu creduto universalmente, che la minor fortuna di questa provenisse dallo strepitoso incontro, che aveva avuto quell’altra; e si è reputato quasi per impossibile, che sull’argomento medesimo una nuova rappresentazione potesse competerla colla prima. Pure si è veduto nell’anno dopo l’Ircana in Ispaan lasciarsi addietro le altre due lungo tratto, ed essere con eccesso di giubbilo dall’universale aggradita. Oh, (mi dirà qui taluno) tu vai tessendo gli elogi alle tue Commedie, e facendo

  1. Questa prefazione fu stampata la prima volta in tetsa alla Ircana in Julfa nel tomo V (1758) dell’ed. Pitteri di Venezia.
  2. Ed. Pitteri: proccurato.
  3. Si allude sempre all’ed. Pitteri.