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IRCANA IN JULFA 367
Saprà donna gelosa svelarla a suo dispetto.

Imparerà Demetrio far stima d’un amico.
So vendicare i torti, quando di farlo io dico. parte

SCENA VII.

Demetrio, Carìco, mercanti Armeni.

Demetrio. Che mai narri. Carico?

Carìco.   Guardati di celarla,
Perchè di te, Demetrio, in Ispaan si parla.
Zaguro ha pubblicato la compra di tal schiava,
Ch’ella in Julfa sen resti un Finanzier s’aggrava.
Vuol che lungi sen vada oltre il confin Persiano.
Demetrio. Cercano l’infelice i suoi nemici in vano.
Il perfido Zaguro so che l’avrà tradita;
Ma qui sarà difesa a costo di mia vita.
Questa colonia Armena, che il buon Sofi già trasse
Dal margo dell’Eufrate, dai lidi dell’Arasse;
Questa nazion, che nacque a mercatare avvezza,
Che forma1 con il traffico di Persia la ricchezza;
Che seco ha trasportato di Julfa il nome Armeno
D’Ispaan ne’ sobborghi, che conserva nel seno
Di trenta mila Armeni l’antico onor primiero,
Soffre dal Re di Persia un dolcissimo impero.
Nè soffrirà, che sia sol per l’altrui malizia
Oppressa l’innocenza, tradita la giustizia;
Nè per il van desio d’un Finanzier sdegnato,
Vorrà perder di vista la gelosia di stato.
Ircana è schiava mia, raccolta è nel mio tetto;
Vi resterà, lo giuro, di Zaguro a dispetto.
E se Zaguro ardisce d’opporsi al favor mio,
So maneggiar la spada, so cimentarmi anch’io;
E sangue ho nelle vene di quei che hanno la guerra
Ed il terror portato al confin della terra.

  1. Nella ristampa torinese e nell’ed. Zatta: formò.