Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu/507

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dalla fecondità della rima ad empiere i fogli d’inezie, come pur troppo a’ giorni nostri succede; ma in qualunque piacevole o serio argomento, sa preferire i sentimenti più veri e più forti, adornandoli di chiare e vive espressioni, che invitano alla riflessione e al diletto. Pare a Lei di saper pochissimo, dicendo: non ho studiato. Ma appunto perch’Ella crede di saper poco, sa più di quelli che pensano saper molto. Un picciolo cervelluccio, occupato per la maggior parte di cose frivole e vane, se arriva ad apprendere qualche cosa di buono, si sente pieno, crede di saper tutto, crede che non si possa saper di più. Ma chi ha il cervello esteso, ricco di cellule, che s’aprono solamente all’urto di belle immagini, empiendole a poco a poco di cognizioni e di scienze, sa che ve ne restano ancor di vuote; che vi è materia al mondo per occuparle, e va dicendo: so poco; non ho studiato. Ma di che intende Ella di lamentarsi, dolendosi di non avere studiato? Forse di non avere perduto i primi armi della tenera adolescenza nelle scolastiche applicazioni, atte a tormentare piuttosto che ad erudire? Pare a Lei poco studio quello dei buoni libri su i quali consuma tante ore del giorno? Le sembra non istudiare, parlando, e conversando con genti dotte, di spirito, e di talento? Ha Ella studiato poco in cosa paterna, sotto la scuola di un Genitore si illuminato? Eh, sì, Eccellenza, Ella ha studiato moltissimo, ed ha imparato più che non crede. Lascio le cognizioni scientifiche, colle quali si è sollevata al di sopra del di Lei sesso, ed alla maggior parte del nostro. Non parlerò delle matematiche, delle quali è istrutta; no dell’Istoria, di cui è esattamente informata, nè tampoco farò parola della Poesia che coltiva, delle varie lingue che intende, e legge, e traduce, nè del buon gusto con cui sa scegliere i migliori fonti della letteratura. Prova ch’Ella ha studiato molto è l’abito ch’Ella ha fatto di pensar bene, e di mantenersi tranquilla in qualunque malagevole circostanza. Non anderò più innanzi; il rispetto m’impone silenzio, e mi ristringo a dire ch’Ella conosce il Mondo, e lo sa prendere come viene. Sfido tutte le Scuole, se sanno insegnare di più, e di meglio. Accordo per altro, che non si arriva a far buon uso di ciò che