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LA BELLA SELVAGGIA 543
Camur. Saziati pur, crudele, del favor della sorte.

Può all’età mia cadente poco tardar la morte.
(s’incammina
Delmira. (Vuol seguitar Camur.
D. Ximene. Dove andar ti lusinghi? (a Delmira
Delmira.   Del genitore appresso.
D. Ximene. Fermati. Il vecchio parta; parta Zadir anch’esso
(ai Soldati che sollecitano gli Schiavi
Zadir. Barbaro, ti conosco. Ardi d’amore insano.
Camur. Del cuor della mia figlia speri l’acquisto invano.
Rammentati, Delmira, che la virtù si onora. parte
Zadir. Spero, s’io resto in vita, di vendicarmi ancora. parte
(Alcuni Soldati accompagnano i due Schiavi, ed altri restano

SCENA V.

Delmira, Don Ximene e Soldati.

Delmira. Ah perchè il genitore fra ceppi andar si vede,

E si trattien la figlia senza catene al piede?
Della pietà sospetta veggo il fin periglioso.
Voi sperate obbligarmi nel comparir pietoso.
Ma più delle catene, più della morte ancora,
Pavento di un’insidia che il cuor mio disonora.
D. Ximene. Questo fiero linguaggio cangiare io vi consiglio.
Placido a chi vi adora, volger dovete il ciglio.
Arbitra della sorte del genitor voi siete;
Schiavo qual più vi aggrada, voi liberar potete.
E della patria vostra, reo di un novello inganno,
Vostra mercè prometto di mitigare il danno.
Delmira. A qual prezzo, signore, tal generosa offerta?
D. Ximene. Basta che mia pietade d’una mercè sia certa.
Delmira. Siete voi che comanda?
D. Ximene.   Con don Alonso unito
Fu il comando dell’armi finor su questo lito.