Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu/64

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ATTO TERZO

SCENA V.

Giustino con spada alla mano, ed Arianna svenuta.

Giustino colla spada s’aventa 1 contro la tigre che si rivolta verso di lui. Egli la uccide 2 parlando frattanto come siegue 3.

Giustino. Non paventa Giustin l’ugna rapace

D’una belva crudel. Chi ha già saputo
Illeso andar di mille spade a fronte,
Un mostro ucciderà. Tigre rabbiosa 4,
Sì, morirai. Fia questo il fatal colpo
Che ti stenda al terren 5. Eccola estinta.
Grazie, superni Dei, grazie di questo
Nuovo trionfo. Ah! delle mie vittorie
Compiasi la maggior. Di Vitaliano
Dato mi sia trar dalle vene il sangue.
Ma chi è colui, cui la fremente belva
Ingoiare volea? Giace trafitto,
O atterrollo il timor? Numi! che veggo?
Augusta qui? Per qual evento? Il core
Palpita nel suo sen 6: vive 7; dal fianco
Versa il sangue. S’appresti alla ferita
Questo d’erbe e di fior succo vitale,
Opra di lui ch’io venerai qual padre.
Ecco; il sangue si arresta. Ai lumi torna
Della donna la luce. Augusta, il guardo
Volgi ver me: 8 non paventar.
Arianna.   Chi sei?
(apre gli occhi9

  1. Ms.: s’aventa colla spada.
  2. Ms.: Egli la combatte e l’uccide’.
  3. Ms.: segue.
  4. Ms.: spietata.
  5. Ms.: sul suolo.
  6. Nell’autografo era scritto: Palpita nel suo sen; me queste parole furono cassate dall’autore e sostituite da queste: Le palpita nel sen.
  7. Dopo sen c è il punto nel ms., e dopo vive la virgola.
  8. Nel ms. c’è il punto fermo.
  9. Nel ms., qui e sempre: gl’occhi.