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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXV.djvu/127

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GLI AMORI DI ALESSANDRO 123
Che non tardi un momento

A recare alla Persia un tal contento.
Niso. Potrebbe da un tal nodo
La pace rifiorir. Ma di te stessa
Senza il voler del padre
Tu disporre non puoi.
Statira.   Sì, Niso, è questo
Il consiglio miglior. Dal padre mio
Bramo averne l’assenso. E chi è di voi
Che sappia ove celato
Per arte o per timore,
Si trattenga al presente il genitore?
Lisimaco. Io lo so.
Policrate.   Non lo credo.
Lisimaco.   Ei si nascose
Fra i deserti di Scizia.
Policrate.   Ah! tu non sai
Della Persia i confini, e ti figuri
Quell’inospita terra
Facile a penetrar? No, principessa,
Non fugge il padre tuo; so che del Tigri
Fu veduto alle rive; ei corre ardito
Di Babilonia a riparar l’offesa.
Lisimaco. Dario s’asconde, e Babilonia è resa.
Policrate. Non è ver.
Lisimaco.   Lo sostegno.
Statira.   Olà, frenate
Gl’impeti in faccia mia.
Niso.   Statira, il solo
Che possedè il segreto, e che di Dario
Può saper la dimora,
È Besso il capitano.
Statira. Besso lo svelerà.
Niso.   Lo speri in vano.
Statira. Per qual ragion?