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208 ATTO SECONDO
Farnabaze. Un sol giorno?

Euriso   Lo giuro.
Farnabaze.   E la regina
Ti accolse e ti onorò di ricche spoglie?
Euriso Frutto di sua pietà.
Farnabaze.   Le parli?
Euriso   Ad essa
Mi accostai, non sdegnommi. I Dei pregando
Pel suo cor, pei suo regno, un qualche merto
Mi acquistai fino ad or.
Farnabaze.   (Giovan talvolta
Anche gl’infimi aiuti a grand’imprese). (da si
Odimi; alla regina il duolo atroce
Tenta di minorar.
Euriso   Tentai poc’anzi,
E qualche (rutto ricavar mi parve.
Farnabaze. Le parla anche di me: dille che alfine
Farnabaze l’adora, e in Farnabaze
L’ama di Persia il presuntivo erede.
Ai stimoli d’onor quei non tralascia
Aggiunger del timor. Dille che ho in mano
Di lei la sorte, e del suo regno il fato.
Se forza hai tu d’umiliar l’altera,
Fidati, e spera d’afferrare il crine
D’invidiata e stabile fortuna.
Intendesti?
Euriso   T’intesi.
Farnabaze.   E che prometti?
Euriso Di fare il mio dover.
Farnabaze.   Pensaci. Invano
Farnabaze non parla. A me ritorna
Con novella felice; e ai gradi eccelsi
E alle pingui ricchezze e ai primi onori,
Se tu plachi quel cor, sicuro aspira.
(parte col seguito delle Guardie