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ZOROASTRO 413
Non temer di quegli empi l’alma di sdegno accesa:

Fidi guerrieri armati saranno in tua difesa.
Olà, Sisipo, olà, fidi campioni, entrate,
La vostra principessa servite e preservate.
E voi, sudditi indegni, e voi, perfidi amici,
Voi1 che il desio nutrite d’orrendi sagrifici,
Dite chi è in ira al Cielo, dite a qual reo si aspetta
Placar de’ giusti Numi lo sdegno e la vendetta.
Sidone. Signor, non mi guardate, ch’io non ne so niente.
(Ah! questa volta il trigono è stato inconcludente).
(da sè
Nino. (Semira, ah! siam perduti). (piano a Semiramide
Semiramide.   (No, fin ch’io resto in vita).
(piano a Nino
Nicotri. (Godo veder confusa la mia rivale ardita). (da sè
Cleonte. (Chi svelò a Zoroastro il suo destino oscuro?)
(piano a Teocrate ed a Sidone
Teocrate. (Un astro a noi nemico). (piano a Cleonte
Lisimaco.   (Un labbro a noi spergiuro).
(piano a Cleonte
Zoroastro. Empi, il rossor cotanto vi opprime e vi avvilisce,
Che niuno in faccia mia di favellare ardisce?
Semiramide. Prima, signor, di tutti parlare a me s’aspetta:
Io sono il primo obbietto di sdegno e di vendetta.
Rea comparisco al mondo d’inganni e tradimenti,
Ma rea tanto non sono, se me ascoltar consenti.
Tu col vantar degli astri a tuo favor l’impegno,
Ad acquistar giugnesti de’ Battriani il regno;
E tutta l’Asia è piena che soggiogare aspiri
Coll’armi e coll’ingegno il regno degli Assiri.
Nino è tenero ancora; v’ha nel suo regno istesso
Chi brama per invidia di rimirarlo oppresso.
Amor di novitade arde tra i servi suoi,
Qual ardere tu vedi barbaramente i tuoi.

  1. Nel testo: E voi.