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38 ATTO SECONDO
Marmut. Lisauro? Lo conosco. Son quattro giorni appena,

Ch’egli sul terren nostro venuto è alla catena.
Argenide. Oh perdite felici! oh avvenimento strano!
Padre, Lisauro nostro da noi non è lontano.
Cari mi sono i ceppi, dolce il lasciar la vita,
Se di morir mi è dato al mio Lisauro unita.
Marmut. È tuo german?
Argenide.   No, amico. Il ver non tengo ascoso;
Egli è la mia speranza, l’idolo mio, il mio sposo.
Marmut. Teco me ne consolo; facesti un buon negozio:
Si vede che a Lisauro spiace lo stare in ozio.
Privo d’una consorte tanto lontana e tanto,
Una su queste spiagge se ne provvede intanto.
Argenide. Come? Possibil fia? Lisauro in questo lido
Scorda l’amor primiero, alla sua sposa infido?
Misera me! dal duolo sentomi l’alma oppressa,
Temo cotal sventura più della morte istessa.
Cosimina. Ma io non ve l’ho detto con pace e con amore,
Che chi è lontan dagli occhi, spesso è lontan dal core?
Quando tre mesi o quattro tardò venire al Zante,
Subito ho sospettato che avesse un’altra amante.
Dal padre suo in Dalmazia a trafficar 1 mandato,
Perchè nel militare un posto ha procurato?
Uno che si marita, vuol far questo mestiere?
Ei militar pensava d’amor fra le bandiere,
E voi foste sì buona d’andarvi a cimentare
Con me, povera donna, e con quel vecchio in mare?
Canadir. Che non farei, meschino, per l’unica mia figlia,
Per cui la tenerezza mi sprona e mi consiglia?
Di Lisauro lo stile mi diè qualche sospetto,
Trassemi al fier periglio d’Argenide l’affetto.
Fra ceppi l’infelice lo sposo ha rinvenuto,
Ma con maggiore affanno di quel che l’ha perduto.

  1. Ed. Pitteri: traficar.