Ottiana. Pagato ha l’empio
De’ tradimenti e de’ miei torti il fio.
Macur. Non ten duol, principessa?
Ottiana. Amor dal seno
Svelto è da infedeltà. Viver non merta
Chi è sol uso a tradir.
Macur. Così foss’egli
Morto sul far del dì, che non mi avrebbe
Tolta la schiava mia.
Ottiana. Sai tu ch’estinta
Sia caduta colei?
Macur. No; so che vive,
So che il Re impietosito...
Ottiana. Anima vile!
S’impietosì della mendace al pianto?
Macur. Maraviglia ti fai? Non sai tu stessa
Quanto possa beltà che piange e prega?
Ottiana. Ah! si perda o si vinca, in ogni guisa
Esser deggio infelice. È troppo acceso
Il german di colei. Se vivo ei torna,
E sua sposa la rende e mia sovrana,
Pace mai non avrei fin che son viva.
Macur. Prega dunque gli Dei ch’egli perisca,
E trionfi il nemico, e a visitarci
Venga tantosto ed a troncare il capo
A quanti siamo. (Oh maledetta invidia!)
Ottiana. Son fuor di me. Che desiar io debba,
E che temer, non so.
Macur. Temi che il fato
Contro noi si dichiari. Ancor pendente
E il destino dell’armi. In due diviso
Ha l’esercito il Re. Dell’ala dritta
Diè il comando al Visir sul campo eletto.
Combattendo costui d’Abchar a fronte,
Fu dal nuovo Visir trafitto il vecchio.