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LA BELLA GIORGIANA 503
Che una parte mi ceda.

Dadian.   E di qual regno
Parli tu mai, se la mia sorte avversa
Mi spogliò d’ogni bene?
Tamar.   E non ti resta
Speranza in sen di riacquistare un giorno
Tante perdite tue?
Dadian.   Tu mi deridi,
Tu m’insulti a ragion; piacer ti prendi
Delle sventure mie.
Tamar.   T’inganni, io posso
Farti al trono salir, sol che tu il voglia.
Dadian. Oh Dei! non m’adular.
Tamar.   Cruda non sono
Qual tu fosti crudel. (con sdegno
Dadian.   Morir mi sento,
Abbi pietà di me.
Tamar.   (Vo’ che gli riesca
Più caro il don, quanto più incerto il vede).
Dadian. Tamar, non più. Se ho da morir, si mora.
Svelami il mio destin.
Tamar.   Del tuo destino
Le leggi ascolta; e se ti par crudele,
Sceglilo a voglia tua. Calmati ho i sdegni
Teco del padre mio. Disciolto il piede
Hai del laccio servil sol per suo dono.
Re ti brama ed amico.
Dadian.   Ah! tu m’inganni,
Tu derider mi vuoi.
Tamar.   Taci, e m’ascolta.
Credi tu che il poter di queste luci
Che avvinsero il tuo cor, vagliano meno
Sul paterno voler? Sì, impietosito
L’ho io per te. Dissi: Dadian m’adora;
Sposa sua mi desia; gli basta il regno